Vista e altro

Lo sviluppo fisico dell'uomo viene influenzato dall'andamento della crescita e dal comportamento. L’individuo deve apprendere passo dopo passo le singole funzioni visive nel corso di molte fasi di sviluppo. Vedere, ovvero l’efficienza visiva intesa non puramente come capacità visiva innata e immediata, determinata esclusivamente dai decimi, è un insieme di abilità visuomotorie da apprendere e allenare.

Maggiore e più rapida è la lontananza del nostro modo di vivere da quello dei nostri antenati, ovvero dalla continuità della nostra ontogenesi, meno correttamente funzionerà la nostra usuale percezione.

Lo sviluppo della percezione di un bambino abitante in una grande città è sostanzialmente così cambiato da alcune generazioni, che molti stadi di sviluppo non si verificano più nel modo abituale.

La grande maggioranza dei bambini si sviluppa comunque in modo formidabile, ma nel singolo caso la concomitanza di diversi fattori negativi provoca problemi riconducibili alla percezione visiva come disturbi nell'applicazione, mal di testa, occhi arrossati, carenze nella lettura e nella scrittura (anche come componente visiva nella dislessia), segni di stanchezza davanti al PC e molti altri.

Con l'arrivo della tecnologia informatica, oggi il carico generale di lavoro nella lettura aumenta continuamente.

Dal punto di vista evolutivo, la nostra vista non è preparata a queste funzioni visive relativamente fisse. Pertanto, non solo per i nostri occhi, ma anche per l'intero organismo la lettura significa stress. Una delle conseguenze più frequenti è lo sviluppo della miopia o di un'interazione disturbata dei due occhi. In quest'ultimo caso, gli interessati lamentano spesso fastidi e disturbi visivi.

È generalmente noto che un individuo non sempre può avere una vista corretta - può essere miope o ipermetrope (nel linguaggio comune: presbite) e contemporaneamente anche astigmatico. Queste ametropie vengono corrette con lenti correttive (occhiali o lenti a contatto) e non comportano ulteriori difficoltà.

Meno noto è il fatto che la maggior parte dei disturbi visivi nasce da un'insufficiente capacità di coordinamento dei due occhi, che non riescono a vedere in modo semplice e tridimensionale senza sforzo. Tramite un preciso coordinamento, i nostri occhi devono controllare e comandare contemporaneamente tutti i movimenti del corpo, p.es. quando si gioca con la palla, si va in bicicletta o semplicemente si scrive!

Anche se gli occhi funzionano bene singolarmente, se non interagiscono tra loro, formando "una buona squadra", prima o poi si presenteranno dei disturbi di percezione visiva.

E come sempre il problema sta nei particolari: in quasi tutti i test sulla vista effettuati, per così dire, in serie, viene valutata solo l'acutezza visiva dei singoli occhi, di solito i disturbi funzionali della binocularità restano sconosciuti, per cui spesso si crede, erroneamente, di avere una buona efficienza visiva nel senso di abilità visuomotorie.

L'optometria funzionale (in inglese behaviuoral optometry) si è sviluppata partendo da queste conoscenze ed esigenze.

L'optometria funzionale si occupa quindi di disturbi funzionali che si verificano in occhi sani a causa di un comportamento visivo difettoso o di uno sviluppo visivo mancante e che provocano problemi nella percezione visiva.

Parte essenziale dell'optometria funzionale è l'analisi visiva, in cui, con l'aiuto di numerosi test di percezione e dell'esame a 21 punti OEP1, si ottiene una panoramica globale della situazione visiva del cliente.

I problemi visivi non sempre possono essere risolti intervenendo su un singolo punto, p.es. prescrivendo occhiali. Occorre piuttosto, come misura integrativa, modificare il comportamento visivo in generale, p.es. ergonomia, illuminazione, ritmo di lavoro, ecc. Un training visivo studiato ad hoc per il paziente secondo le disposizioni OEP può apportare